Caffè matematico n°3: Perchè usiamo la x per le incognite?

x come incognita
Tempo di lettura: 2 minuti

Andiamo, ammettetelo! Almeno una volta nella vita ce lo siamo chiesto tutti! Perchè quando risolviamo un’equazione, una proporzione, scriviamo le funzioni sempre in funzione di un’incognita e la chiamiamo sempre x? Prima di dare la fatidica risposta, avviciniamoci pian piano e diamo un po’ di contesto storico…

x come incognita

I cosisti

Tutto parte dalla culla della civiltà (anche se attualmente i vari movimenti anarchici che stanno nascendo non tengono alto il nome… ), cioè dagli arabi. Ebbene la matematica classica deve molto agli arabi… Pensate che le parole algoritmo e aritmetica per esempio derivano proprio da loro, ossia da diverse traslitterazioni del nome del amtematico al-Khuwārizmī (sec. IX), attratto nella famiglia del gr. arithmós ‘numero, quantità’. Ebbene gli arabi indicavano l’incognita, in una equazione che ne conteneva una sola, come “la cosa”. In arabo, “cosa” si dice “shay”, un suono molto simile ad x.

Anche nell’Italia rinascimentale, l’incognita era chiamata “la cosa”. La scienza delle equazioni era nota come “l’arte della cosa” e gli specialisti che le risolvevano erano i “cosisti”. [1]

Cogito Ergo Sum

Ebbene si, il merito alla fine va al nostro amico transalpino. Cartesio è attualmente il secondo francese più famoso dopo Napoleone. È stato uno dei primi matematici ad aver dato contributi importanti alla matematica, non greco. Oggi è ricordato per – beh, molte cosa a dire il vero… Essendo uno dei francesi che la matematica la capiva, doveva anche divulgarla in qualche modo e l’unico modo era farlo attraverso i caratteri mobili di Gutenberg!

Ecco però che qui succede il fattaccio: Cartesio ha appena finito di scrivere “La géométrie”, e forse ricordando proprio la shay, decise di utilizzare le lettere minuscole all’inizio dell’alfabeto (a,b,c,…) per le quantità note e quelle minuscole della fine dell’alfabeto per le incognite(z,y,x,…). Tuttavia nella lingua francese, le lettere z,y e x non sono molto frequenti e il tipografo (sembra che) rimase a corto di lettere. Dopo essersi accordato con l’autore, decise di sostituire tutte le incognite con la lettera x (la meno frequente delle 3) ed ecco che la storia si compì.

Nella cultura popolare

Ed ecco come si è andata a insediare nella cultura popolare l’idea di X come qualcosa che non si sa e non si conosce: parliamo oggi degli x-files, degli X-men e ancora prima c’erano i misteriosi raggi x!

E voi? Avete sempre usato la x come incognita? Sarò felice di commentare qualche vostro aneddoto se avete voglia di lasciarlo nei commenti 🙂 .

Au revoir

Erik

Bibliografia

1. Bibliografia esterna

3 risposte a “Caffè matematico n°3: Perchè usiamo la x per le incognite?”

  1. Avatar Paola Laura Barni

    Mi è piaciuto molto l’articolo, sono una docente di matematica nella secondaria di primo grado e ho sempre pensato che favorisse l’apprendimento dei concetti farli precedere da un inquadramento storico !

    1. Avatar Erik Pillon

      Grazie dell’apprezzamento! Qui siamo tutti studenti che credono che la matematica possa essere molto più interessante e divertente di quanto spesso si creda. Sono contento che l’articoletto sia piaciuto.

  2. Avatar Stefano
    Stefano

    In realtà “shay” non somiglia al suono “x” in tutte le lingue; infatti furono gli spagnoli ad introdurre la “x”, che nel loro linguaggio si pronuncia come la “c” di “ciao”, visto che non hanno tra i loro suoni quello di “sc” di “scia” (e presumibilmente di shay). Quindi ecco che shay diventa ciay e quindi “x” (suono c di ciao). Dagli arabi, alla Spagna, al resto d’europa e del mondo. Almeno io la conosco così.

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